Un gruppo di studenti alla scoperta del patrimonio botanico dell’Arcipelago Toscano
Si è concluso con grande successo il viaggio di istruzione di quattro giorni che ha portato un gruppo di 28 studenti alla scoperta dei giardini storici e degli spazi botanici più significativi dell’Arcipelago Toscano. Un’esperienza didattica unica che ha coniugato storia, botanica e conservazione ambientale.
L’Orto dei Semplici: Un laboratorio a cielo aperto
Il viaggio è iniziato con la visita all’Orto dei Semplici di Rio Elba, un gioiello botanico nato nel 1992 dall’intuizione dei botanici Gabriella Corsi e Fabio Garbari dell’Università di Pisa, insieme al fotografo tedesco Hans Georg Berger.
L’orto si estende su terrazzamenti che seguono la morfologia naturale del terreno, ospitando oltre 500 specie diverse. Particolare interesse ha suscitato la sezione dedicata alle piante officinali tradizionali, dove crescono rigogliose la lavanda selvatica, il rosmarino nano endemico e il mirto dalle bacche profumate. Gli studenti hanno potuto toccare con mano l’importanza della conservazione degli ecotipi locali, varietà uniche che si sono adattate nel corso dei millenni alle condizioni specifiche dell’arcipelago.
Pianosa: L’isola giardino tra storia e natura
Il secondo giorno ha riservato l’esperienza più emozionante: la traversata verso l’Isola di Pianosa. Dopo 45 minuti di navigazione nelle acque cristalline del Mar Tirreno, il gruppo è sbarcato su quello che gli studenti hanno subito definito “un museo naturale a cielo aperto”.
Il trekking lungo la costa sud-orientale ha rivelato paesaggi di straordinaria bellezza, dove la macchia mediterranea cresce rigogliosa su terreni che portano ancora i segni dell’antica colonia penale. Gli olivastri secolari si alternano a ginepri fenicio modellati dal vento, creando sculture viventi.
La guida naturalistica ha illustrato come l’isolamento di Pianosa abbia favorito l’evoluzione di specie endemiche, come le diverse varietà di orchidee selvatiche che fioriscono tra marzo e maggio. Particolarmente interessante è stata la spiegazione dell’ecosistema dunale, dove crescono il giglio di mare e la santolina delle spiagge, piante specializzate nella vita su substrati sabbiosi e salini.
La Casa dell’Agronomo: Memoria e innovazione agricola
Nel pomeriggio, la visita alla Casa dell’Agronomo ha aggiunto una dimensione storico-sociale al viaggio. Riaperta al pubblico nell’agosto 2022 dopo un accurato restauro, la struttura racconta 150 anni di storia agricola dell’isola. I documenti originali esposti mostrano come i detenuti della colonia penale abbiano trasformato Pianosa in un giardino produttivo, introducendo tecniche agronomiche innovative per l’epoca.
Il Giardino dell’Ottone: Un paradiso botanico privato
L’ultimo giorno è stato dedicato alla scoperta del Giardino dell’Ottone, considerato il più importante giardino privato di acclimatazione della Toscana. Creato agli inizi del ‘900 da un facoltoso possidente trentino, il giardino si estende su due ettari di pendii terrazzati che degradano dolcemente verso il mare.
Qui la visita si è snodata tra esemplari monumentali di palme delle Canarie, eucalipti australiani e agavi messicane, testimoni silenziosi di un’epoca in cui la passione botanica spingeva i collezionisti a importare piante esotiche da tutto il mondo. Il contrasto tra la vegetazione tropicale e il paesaggio mediterraneo circostante crea un’atmosfera unica.
Il responsabile del giardino ha spiegato come la posizione riparata dai venti settentrionali e l’esposizione a sud creino un microclima ideale per la crescita di specie subtropicali. Tra le rarità botaniche, hanno destato particolare interesse gli esemplari di Cycas revoluta, piante fossili viventi che testimoniano l’evoluzione delle specie vegetali.
Un patrimonio da proteggere
L’itinerario “I giardini dell’Arcipelago” ha evidenziato l’importanza di preservare questi scrigni di biodiversità. Ogni giardino visitato rappresenta un tassello fondamentale nella conservazione del patrimonio genetico vegetale dell’arcipelago.
L’esperienza si è rivelata particolarmente formativa per comprendere come giardini apparentemente diversi – dall’orto botanico scientifico al giardino di acclimatazione privato, dall’isola-laboratorio naturale agli spazi agricoli storici – contribuiscano tutti alla salvaguardia della biodiversità mediterranea.
I partecipanti sono rientrati con una maggiore consapevolezza dell’importanza della conservazione ambientale e con il progetto di realizzare un orto didattico nella loro scuola, ispirandosi alle tecniche di coltivazione sostenibile osservate durante il viaggio.
L’iniziativa, organizzata da “Scuola di Natura”, ha dimostrato ancora una volta come i viaggi di istruzione possano trasformarsi in vere e proprie esperienze di crescita culturale e ambientale, avvicinando i giovani al patrimonio naturale del loro territorio attraverso un approccio diretto e coinvolgente.